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Sentiero Belvedere - Punto 1 Inizio

Mappa

Sentiero

Distanza Percorso

3,2 Km

Altitudine

Min 611 m - Max 738 m

Sentiero Belvedere - Punto 1 Inizio

Il punto dove ci troviamo adesso, è l’inizio del Sentiero GAL 1 , ai piedi della  rupe che accoglie il borgo medievale di  Gallicchio.
A dare inizio al percorso è un portale ( ad arco ) in pietra . Da questo punto ci si incammina su un lastricato in pietra, con un muretto di cinta che divide il borgo dalla valle. A pochi metri, è situata la Cappella della Madonna del Carmelo (XVII secolo).La chiesa fù eretta  nel 1613 sulle rovine di una chiesa distrutta da un incendio. Probabilmente aveva il ruolo di chiesa parrocchiale . La facciata principale è semplicemente articolata da un portone d’ingresso e da un oculo superiore. La chiesa dispone di un’aula liturgica di forma rettangolare di piccole dimensioni. E’ dotata di un campanile. Sul lato sud-est vi è la presenza di un contrafforte. La semplice pianta rettangolare vede la presenza di  un’apertura principale posta sulla facciata principale e un ingresso secondario sul lato sud. Sullo stesso lato vi è un altare con decori a stucco.
L’altare  maggiore è incorniciato da due lesene. L’interno è illuminato da tre finestre poste sul lato meridionale e dall’oculo circolare della facciata principale.
Un affresco raffigurante la Madonna del Carmelo, datato 1619 e attribuito a G. A. d’Ambrosio da Saponara, è stato tolto per il restauro e attualmente si trova nella chiesa di San Giuseppe. Nel 2003 è stata realizzata, a cura della Soprintendenza ai Beni Architettonici, una completa ristrutturazione del bene con il consolidamento delle strutture murarie, il rifacimento della copertura e l’esecuzione delle finiture interne ed esterne.
Salendo, la stradina diventa una panoramica terrazza, dalla quale lo sguardo è diviso  tra il meraviglioso panorama di Aceri e Querce del fosso dei Monaci ,e la vista della parte superiore del borgo.
L’ultimo tratto,  i vicoli si fanno più  stretti, e si raccomanda di affrontare con molto attenzione, mantenendo  la debita distanza dai vicini ruderi.
Continuando, per uscire dal borgo , arriviamo alla Chiesa di S. Maria Assunta. esistente dal XVII secolo. Ha una facciata con un semplice portale e una finestra cruciforme. A sinistra posta in adiacenza è presente la struttura del campanile realizzato nella meta del XX secolo.
L’impianto planimetrico ha una forma irregolare con due navate che si vanno a restringere verso la zona presbiteriale..La configurazione planimetrica testimonia il crollo della navata destra nel 1799 e parte della navata centrale. Quest’ultima, infatti, si restringe verso la zona presbiteriale. Tre finestre poste sul lato sinistro illuminano l’interno. Una piccola finestra e l’apertura cruciforme in facciata danno luce alla navata sinistra. L’interno presenta due nicchie con affreschi.
La prima conserva tracce pittoriche risalenti al 1300, mentre i decori della seconda, meglio conservati, sono databili fra il seicento e il settecento. Di un certo rilievo è l’altare del 1838 con stucchi e decorazioni policromatiche. La chiesa ha altri due semplici altari decorati con stucchi: nella navata sinistra e sul lato destro.
Proseguendo in discesa si raggiunge un piccolo ponte che da accesso ad una stradina (vecchia strada per il cimitero) , recentemente oggetto di lavori sul manto stradale. Lasciato l’abitato alle spalle, subito ci si immerge nella natura circondati da Prugnoli, Aceri e Querce, alcune avvolte da rigogliosa Edera.
Più avanti la vegetazione cambia: lasciati alle spalle i terreni coltivati, si fanno pian piano evidenti nuove essenze come il Carpino e soprattutto il Leccio e il Ginepro rappresentanti della Macchia mediterranea che da qui in poi è presente lungo tutto il sentiero. Si prosegue mantenendo la destra sino ad incontrare una strada asfaltata che si imbocca verso sinistra. Dopo 50 metri di asfalto, si prende una strada sterrata sulla sinistra indicata da un cartello con il toponimo di Località Piana Neviera.
A livello faunistico, in questo tratto di sentiero appena descritto, è da sottolineare la presenza del nibbio reale. La bellezza di questo rapace ben rappresenta la vera realtà Lucana. Il suo elegante volo sui nostri tetti è un continuo invito ad affacciarci nel mondo naturale ancora integro di questi luoghi: qui l’uomo nel suo millenario percorso ne ha rispettato sin dall’inizio la selvaticità, l’ignoto e la forza vitale delle sue leggi.